Rivascolarizzazione coronarica versus terapia medica in pazienti senza malattia coronarica sottoposti ad angiografia coronarica
Ad oggi, il beneficio terapeutico della rivascolarizzazione, rispetto alla terapia medica per gli individui stabili sottoposti ad angiografia coronarica invasiva in base ai risultati della angiografia coronarica con tomografia computerizzata ( CCTA ). non è stato esaminato.
Sono stati presi in esame 15.223 pazienti senza malattia coronarica sottoposti a CCTA presso otto Centri e sei Paesi, e sono stati seguiti per una media di 2.1 anni.
L’endpoint primario era la mortalità per qualsiasi causa.
La malattia coronarica ostruttiva secondo angiografia coronarica con tomografia computerizzata è stata definita come una stenosi del diametro luminale maggiore o uguale al 50% in una arteria coronaria maggiore.
I pazienti sono stati classificati come ad alto rischio di malattia coronarica versus pazienti non ad alto rischio di malattia coronarica, con i primi che includevano pazienti con almeno malattia coronarica ostruttiva di due vasi con coinvolgimento della arteria discendente anteriore prossimale sinistra, coronaropatia di tre vasi, e malattia coronarica principale di sinistra.
Il decesso si è verificato in 185 pazienti ( 1.2% ).
I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi di trattamento: rivascolarizzazione ( n=1.103, mortalità 2.2% ) e terapia medica ( n=14.120, mortalità 1.1% ).
In un modello basato sul propensy score ( indice C 0.92, chi-quadro=1.248, P minore di 0.0001 ), la malattia coronarica ostruttiva è risultato il fattore più influente di fare riferimento alla rivascolarizzazione, seguita da una interazione di coronaropatia ostruttiva con probabilità pre-test di malattia coronarica ( P=0.0344 ).
All'interno dei gruppi con coronaropatia in base a CCTA, i tassi di rivascolarizzazione sono aumentati da 3.8% per malattia coronarica non-ad-alto rischio a 51.2% per coronaropatia ad alto rischio.
Nei modelli multivariati, se confrontata con la terapia medica, la rivascolarizzazione è stata associata a un vantaggio di sopravvivenza per i pazienti con malattia coronarica ad alto rischio ( hazard ratio, HR=0.38 ), senza alcuna differenza nella sopravvivenza per i pazienti con malattia coronarica non-ad-alto rischio ( HR=3.24 ) ( P per interazione=0.03 ).
In conclusione, in un follow-up di medio termine, la rivascolarizzazione coronarica è risultata associata a un beneficio di sopravvivenza nei pazienti ad alto rischio di malattia coronarica in base ad angiografia coronarica con tomografia computerizzata, senza alcun beneficio apparente di rivascolarizzazione nei pazienti con forme minori di malattia coronarica. ( Xagena2012 )
Min JK et al, Eur Heart J 2012; 33: 3088-3097
Cardio2012
Indietro
Altri articoli
Associazione tra bypass coronarico e intervento coronarico percutaneo con declino della memoria negli anziani sottoposti a rivascolarizzazione coronarica
Non è chiaro se il bypass coronarico ( CABG ) sia associato a declino cognitivo negli anziani rispetto a un...
Effetto di Evolocumab sulla malattia coronarica complessa che richiede rivascolarizzazione
È stata valutata la capacità dell'inibitore della proproteina convertasi subtilisina/kexina di tipo 9 ( PCSK9 ) Evolocumab ( Repatha )...
Stent ultrasottile, in polimero biodegradabile, a rilascio di Sirolimus rispetto a stent sottile, in polimero durevole, a rilascio di Everolimus per rivascolarizzazione coronarica percutanea: studio BIOSCIENCE
Gli stent a eluizione di farmaco che combinano una struttura ultrasottile dello stent in Cobalto-Cromo con un polimero biodegradabile a...
Ranolazina dopo rivascolarizzazione coronarica percutanea incompleta in pazienti con o senza diabete mellito
L'angina cronica è più comune nei pazienti con diabete mellito con scarso controllo glicemico. La Ranolazina ( Ranexa ) tratta l'angina...
Rivascolarizzazione coronarica percutanea versus chirurgica nei pazienti con diabete mellito e sindromi coronariche acute
I dati di studi randomizzati supportano la superiorità degli interventi chirurgici di bypass delle arterie coronarie ( CABG ) rispetto all'intervento...
L'innesto bilaterale della arteria mammaria interna riduce il rischio a lungo termine di rivascolarizzazione coronarica ripetuta
Sebbene studi precedenti abbiano dimostrato che i pazienti che ricevono innesti bilaterali di arteria mammaria interna ( BIMA ) durante...
Stent ultrasottili a base di polimeri bioriassorbibili a rilascio di Sirolimus versus stent sottili in polimero durevole a rilascio di Everolimus in pazienti sottoposti a rivascolarizzazione coronarica
Lo sviluppo di stent coronarici a rilascio di farmaco ha incluso l'uso di nuove leghe metalliche, cambiamenti nell'architettura dello stent...
Rivascolarizzazione nei pazienti con malattia coronarica multivasale e grave disfunzione sistolica del ventricolo sinistro
Le lineeguida raccomandano un intervento chirurgico di bypass aorto-coronarico ( CABG ) rispetto all’intervento coronarico percutaneo ( PCI ) per...
Infarto miocardico spontaneo dopo sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento del tratto ST gestita senza rivascolarizzazione
I pazienti con sindrome coronarica acuta, in particolare quelli che hanno ricevuto il trattamento medico senza rivascolarizzazione, sono ad alto...
Ticagrelor versus Clopidogrel nei pazienti con sindrome coronarica acuta senza slivellamento ST con o senza rivascolarizzazione
La strategia di inibizione piastrinica ottimale per i pazienti con sindrome coronarica acuta gestita senza rivascolarizzazione non è nota. E’...